Riabilitazioni del Gruppo Cidimu

I percorsi di riabilitazione del Gruppo Cidimu sono conosciuti per i risultati eccellenti che permettono di ottenere, a tutti i livelli. Tutte le risorse del gruppo vengono messe a disposizione dei nostri pazienti affinché questi possano avere un recupero il più rapido e piacevole possibile. Delle tecnologie avanzate e il sostegno di specialisti ed equipe altamente qualificate, che mettono il paziente sempre al primo posto, contribuiscono a rendere le nostre terapie riabilitative tra le migliori di tutto il Paese.

Riabilitazione vascolare (Linfodrenaggio)

Drenaggio Linfatico
Il drenaggio linfatico o linfodrenaggio è una specifica metodica riabilitativa dalle molteplici potenzialità ed applicazioni in vari settori della medicina.
In sostanza, qualsiasi forma di edema, ed ancor più specificatamente l’edema da insufficienza linfatica e/o venosa, può portare a temporanee e più o meno estese situazioni di “allagamento” del tessuto interstiziale. Gli edemi degli arti generati da un vero e proprio deficit del sistema venoso (flebedema) e soprattutto quelli da patologie del sistema linfatico (linfedema), o di ambedue (flebolinfedema), costituiscono l’indicazione elettiva alla terapia con drenaggio linfatico manuale e meccanico.


Il drenaggio linfatico, agendo sull’accumulo di fluido (acqua e proteine) stagnante nello spazio interstiziale, ne permette il riassorbimento e la veicolazione verso sedi adeguate (le stazioni linfonodali di riferimento ed infine il torrente ematico). Questa specifica tecnica agisce anche favorendo l’apertura, o l’incremento della funzionalità, di nuove vie collaterali linfatiche, di anastomosi linfo-linfatiche e linfo-venose.


Nell’ambito della flebologia e della linfologia questa tecnica manuale trova una serie di importanti
indicazioni:
- Le patologie venose con edema dell’arto inferiore e, più raramente, superiore; in tutti questi casi è oggettivamente utile fruire del drenaggio linfatico manuale per conseguire la riduzione della stasi.
In particolare in flebologia possiamo individuare una serie di indicazioni elettive al trattamento con il drenaggio linfatico manuale e meccanico: la principale fra queste è senz’altro la sindrome post-trombotica, con tutti quei quadri clinici di insufficienza venosa cronica variamente intersecati, costituiti dal flebolinfedema, dermoipodermite da stasi, distrofie cutanee quali la lipodermatosclerosi e l’ulcera venosa.
Nella chirurgia delle varici (stripping e/o flebectomie) questa metodica risulta molto utile nella
preparazione dell’arto (se edematoso, lipodistrofico) e soprattutto nella gestione del paziente
durante il periodo post-operatorio.


- Nella patologia linfatica, e nello specifico in tutti i casi di linfedema, si può affermare che il drenaggio linfatico manuale costituisce il cardine terapeutico di qualsivoglia protocollo di trattamento, che deve essere comunque globale ed integrato.I linfedemi dell’arto inferiore, di tipo primitivo (congeniti, precoci o tardivi), o di tipo secondario (post-linfangitici, da infiltrazione neoplastica, parassitosi, lesioni chirurgiche, radioterapia, posttraumatici, da limitazioni osteo-artro-muscolari ecc.), sono routinariamente trattati mediante
questa metodica.


In oncologia:
un ruolo di primo piano spetta al drenaggio linfatico manuale in caso di linfedema dell’arto superiore, prevalentemente post-mastectomia; in questa specifica patologia, sulla scorta di dati anatomo-lesionali (talora mediante bilancio linfoscintigrafico), tale tecnica manuale viene eseguita secondo modalità specifiche e nell’ottica di una attivazione delle vie collaterali residue e di quelle alternative.
Nei pazienti urologici e/o colpiti da patologie neoplastiche addominali e sottoposti a linfadenectomia con linfedemi, talvolta impotenti e complicati da fibrosi degli arti inferiori, il linfodrenaggio (manuale e meccanico) rappresenta l’unica terapia effettuabile con buone probabilità, se non di risoluzione, di netto miglioramento del quadro.
- Esistono poi quadri cronici e ricorrenti di linfedema dove questa metodica trova utilizzo come normale trattamento terapeutico fisico-riabilitativo: ne sono un esempio le sequele di interventi ortopedici di protesi d’anca o del ginocchio, interventi alla spalla, ecc. dove il linfodrenaggio accorcia significativamente i tempi di recupero funzionale degli arti.
- In campo neurologico, riducono i rischi di lesioni trofiche dei pazienti plegici, ecc.
- Anche la medicina estetica può fruire del drenaggio linfatico manuale nel trattamento della panniculopatia edemato-fibrosclerotica (o “cellulite”), nonché di altre patologie affini della cute e dello strato sottocutaneo superficiale.

La Rieducazione delle Arteriopatie degli Arti Inferiori (tam Test Analitico Massimale)
La malattia aterosclerotica (o aterosclerosi), che attraverso le sue manifestazioni cliniche, in particolare infarto del miocardio e vasculopatia cerebrale, rappresenta ancora la prima causa di morte nel mondo occidentale, è caratterizzata da polidistrettualità: vale a dire che diversi segmenti del nostro albero arterioso possono essere contemporaneamente interessati, creando così le premesse per una riduzione di afflusso di sangue e quindi di ossigeno e nutrimento ai distretti ai quali questi vasi si distribuiscono.
La rieducazione delle arteriopatie degli arti inferiori tiene conto del livello lesionale, della bilateralità o monolateralità, della singola capacità del paziente.


Indicazioni
- Trattamento medico dell’arteriopatia periferica
- Trattamento complementare della chirurgia
Non costituiscono dei limiti l’età, l’insufficienza cardiaca o respiratoria, l’insufficienza coronarica, l’amputazione
di un arto.
Gli obiettivi ed i principi della rieducazione delle arteriopatie degli arti inferiori sono: aumentare le capacità funzionali migliorando l’adattamento del muscolo allo sforzo e sviluppando i circoli collaterali, evitare il lavoro in ischemia e stimolare il lavoro dei segmenti muscolari posti al di sotto delle lesioni. Da ciò ne deriva lo sviluppo dei circoli collaterali distrettuali (miglioramento del flusso circolatorio senza modificazione delle pressioni alla caviglia) e modificazioni metaboliche (miglioramento dei meccanismi aerobici).

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